venerdì 18 marzo 2016

Leggi Universali: Estratti da "Il Palazzo della Mezzanotte" di Carlos Ruiz Zafón

Carissimi astronauti,
pur avendo delle segnalazioni da recuperare, oggi vi propongo qualcosa di diverso, altrimenti il blog rischia di diventare un po' monotono! ;)

Il mio tempo in queste due settimane è stato molto scarso, quindi, in attesa di averne per poter scrivere una recensione in tranquillità, ho deciso di dedicarmi comunque all'ultimo libro che ho letto rendendolo protagonista della rubrica degli estratti "Leggi Universali".
Carlos Ruiz Zafón è uno dei miei autori preferiti dai tempi de "L'ombra del vento", e dopo tanti anni di distacco (nel corso dei quali mi è mancato! *__*) ho finalmente letto "Il Palazzo della Mezzanotte".


Rubrica dedicata agli estratti
Letture significative che vanno oltre la letteratura d'evasione


Adoro Zafón.
Il modo in cui mette insieme le parole e le accorda... la sua scrittura mi affascina. E non è solo questione di forma, ma anche di contenuti, per cui doveva per forza esserci in questa rubrica!




Il primo estratto che vi propongo è un po' sadico e triste; del resto, il fascino delle opere di Zafón è proprio quest'aurea maledetta che permea personaggi e ambientazioni. Il fascino gotico, insomma. Tuttavia, riflettendoci, ciò che scrive potrebbe anche essere una "Legge Univerrsale", che personalmente non condivido come ondata di pensiero, ma trovo comunque interessante.




Quel giorno, nessuno di noi ospitava nel proprio cuore la paura che, dietro lo strano incidente e le parole incerte pronunciate dalle labbra baciate dal fuoco del nostro rettore, potesse celarsi una minaccia più grande di quella della separazione e del vuoto verso il quale le pagine bianche del nostro futuro
sembravano condurci. Dovevamo ancora imparare che il Diavolo ha creato la gioventù per farci commettere i nostri errori e che Dio ha istituito la maturità e la vecchiaia per consentirci di pagarne il prezzo.





Un'altra serie di massime è contenuta in questo monologo dell'anziana Aryami.




"So che queste rivelazioni non sono il regalo più adatto per il vostro sedicesimo compleanno; normalmente si permette ai ragazzi di vivere nell'ignoranza del vero volto del mondo fino alla gioventù inoltrata, ma temo che voi non godrete di questo dubbio privilegio. So anche che, per il semplice fatto che provengono da un'anziana, dubiterete delle mie parole e dei miei giudizi. In tutto questo tempo ho imparato a riconoscere quello sguardo negli occhi di mia nipote. E in effetti nulla è
difficile da credere come la verità e, al contrario, niente è più seducente della forza
della menzogna quanto maggiore è il suo peso. E' una legge della vita e starà al
vostro giudizio trovare il giusto equilibrio."




Dalla saggezza della nonna, a una verità pronunciata dalla nipote Sheeree; mi è piaciuta molto perché evidenzia come spesso si usi dare le cose per scontato, in particolare il fatto che siccome sei giovane/bambino/ragazzino, allora non hai problemi di alcun genere. Non si può sapere cosa si porti dietro ogni persona e quale che sia il suo passato...




"Lo sai, Ben? Ieri notte, con i tuoi amici in quella casa abbandonata, il vostro Palazzo della Mezzanotte, mentre vi raccontavo la mia storia, pensavo che non ho mai potuto essere una bambina come le altre. Sono cresciuta in mezzo ai vecchi, tra paure e menzogne, con mendicanti e viaggiatori come unica compagnia. Mi sono ricordata che inventavo amici invisibili e parlavo con loro per ore nelle sale d'attesa delle stazioni o sui carri. Gli adulti mi guardavano e sorridevano. Ai loro occhi, una bambina che parlava da sola era una visione incantevole. Invece non lo è, Ben. Non è
incantevole essere soli, né da bambini né da vecchi. Per anni mi sono chiesta
com'erano gli altri bambini, se avevano i miei stessi incubi, se si sentivano infelici
come me. Chi dice che l'infanzia è l'età più felice della vita è un bugiardo o uno
stupido."



Per finire, una sola frase che (di nuovo) afferra la differenza tra adolescenza ed età adulta con semplicità e onestà disarmanti, nonostante possa suonare anch'esso un po' cinico.




"Maturare non è altro che il processo attraverso il quale si scopre che tutto ciò a cui credevi da giovane è falso mentre tutto quello a cui ti rifiutavi di credere in gioventù risulta vero"







Cosa ne pensate, carissimi?
Siete d'accordo con queste affermazioni?
Qual'è il vostro passo preferito?
Io, come al solito, sono letteralmente conquistata dalla prosa di questo autore *__*
Ma ora tocca a voi: ditemi la vostra!
E prossimamente tornerò con la recensione a questo splendido libro...


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