giovedì 12 novembre 2015

Recensione "Calico Blues" di Michele Mingrone (Nativi Digitali Edizioni)

Eccomi di ritorno, cari astronauti!
Oggi pomeriggio vi propongo la recensione a un racconto che vi avevo presentato circa un mesetto fa, originale nonostante la trama (un personaggio dei fumetti che si materializza nella vita del suo autore) e soprattutto che mi ha colpito per l'ironia e per le risate ad alta voce che mi ha scatenato!



Titolo: Calico Blues
Autore: Michele Mingrone
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Collana: Storie
Genere: un mix di generi diversi!
Data di uscita:  21 ottobre 2015
Pagine: 160
Formato: ebook
Prezzo: 2.99€
Link per acquisto: amazon


Sinossi: 
Aldo, ragioniere per necessità ma fumettista per passione, pensa di aver trovato i personaggi che gli regaleranno la tanto bramata notorietà: Calico, una fascinosa cantante blues di facili costumi, e suo fratello Jack, un cowboy molto, ma molto poco raccomandabile.
Ma le cose si complicano quando, Elena, la fidanzata di Aldo, trova nella sua camera un tanga arancione, identico a quello disegnato per Calico. Che il nostro ragioniere abbia suo malgrado scoperto un ponte tra un mondo reale e quello dell'immaginazione? E quali saranno le conseguenze?
Con "Calico Blues", Michele Mingrone prende in prestito elementi da vari generi (fantastico, comico, erotico, western...) per tratteggiare una storia dal ritmo forsennato che trae spunto a piene mani dal mondo dei fumetti, in tutte le sue sfaccettature.

Le recensioni e gli articoli di Universi Incantati

"Calico Blues" è divertimento e intrattenimento puro.
Non mi sembra di ricordare un altro libro che mi abbia fatto ridere così di gusto, ad alta voce mentre silenziosamente leggevo... del resto, l'impresa di far commuovere un lettore è più facile rispetto a quella di farlo ridere, ma l'autore Michele Mingrone ci riesce con molta naturalezza.
Non sono comici solo i fatti e le vicende, ma anche le reazioni dei protagonisti e lo stile di scrittura.


"Senti. Che tu ci creda o meno, di queste mutande ne so quanto te. Non le ho mai viste. Non ho portato nessuna donna in questa casa, non ti ho mai tradita, non ho mai fatto volare mutande da donna in questa stanza, a parte le tue.
E non porto biancheria femminile.
Ti prego di credermi".
Elena lo guarda.
Sembra sincero.
Guarda le mutande.
Sembrano sincere anche loro.


Il punto di forza (nonché la costante) di "Calico Blues" è questa comicità, coerente anche nello stile di scrittura, tuttavia, il racconto nasconde una duplice identità che tocca i poli opposti: reale e surreale.
La parte realistica si mostra nella quotidianità di Aldo, ragioniere schiavo dello stipendio fisso quando il suo desiderio più grande è dedicarsi all'arte del fumetto, e con Elena, la sua ragazza, inizialmente presentata come una persona dolce, per bene, ordinata, educata, di buona famiglia, oserei dire "perfetta" (per cui, l'esatto contrario del caotico Aldo) finché, sospettando d'essere stata tradita, perde l'autocontrollo e si trasforma, assumendo i più diversi ruoli (come solo una donna sa fare!), in particolar modo, quello di vendicatrice.
La parte surreale si crea con l'arrivo di Calico, la conturbante mulatta che dal mondo apocalittico appena abbozzato da Aldo si teletrasporta, in qualche modo, nella vita del suo autore, a cui successivamente s'accompagna l'arrivo di Jack, il fratello sadico che prova per lei un amore malato, oltre che incestuoso.
Diversamente da quel che ci si poteva aspettare, è la parte surreale a prendere il sopravvento: non sono i personaggi dei fumetti, Calico e Jack, ad adattarsi alla realtà, al contrario, Aldo ed Elena si ritrovano a vivere delle situazioni sempre più assurde, quasi fossero loro a essere entrati in un fumetto.
Il passaggio è graduale, ma è inaspettata la rivelazione tragicomica della trama.

Pur essendo una trovata originale, quel particolare evento mi ha lasciato un sapore amaro, così come la rivelazione su Aldo: un egocentrico! All'inizio sembrava quasi amore quello per il personaggio dei suoi sogni che come per magia assume le sembianze di una donna in carne e ossa ("voglio vederti di giorno, la prima volta. Se ti vedo ora, crederò che sia soltanto un sogno e non vorrei, pensandolo, che lo diventassi davvero"), ma poi si capisce che Calico è per lui solo un sogno "proibito". Il punto è che Calico (come Jack) rispecchia in qualche modo la personalità del suo autore, ne condivide i pensieri e i desideri, quindi è come se Aldo tradisse Elena con se stesso, e in più, sembra sia disposto a lasciarla in cambio di colei che è una mera rappresentazione di sé. Che narcisista!
Prevedibile, invece, l'interesse di Elena per Calico, e viceversa; basandoci sul principio che i personaggi del fumetto di Aldo lo rispecchiano, era inevitabile. Lo stesso principio, però, fa lo sgambetto all'autore di "Calico Blues" quando scrive a proposito di Jack: "non avendola mai vista, non fa caso alla Twingo di Elena"; una svista su cui si può comunque chiudere un occhio.
Peccato invece per i dialoghi imprecisi nella forma, poveri e scarni, con parole talvolta scritte in maiuscolo per evidenziare il fatto che siano pronunciate urlando, per l'uso ormai obsoleto del virgolettato ("), e perché spesso si fatica a riconoscere un personaggio da un altro: i dialoghi sono costruiti in un modo che sembra stia parlando sempre la stessa persona; nel linguaggio parlato, i diversi personaggi faticano a mantenere una propria identità, e mi riferisco in particolar modo ai dialoghi tra Aldo ed Elena (per Calico e Jack ci potrebbe anche stare visto quel principio...)

Il racconto è narrato in terza persona e ogni capitolo si divide in sotto-capitoli, un po' come accade con i fumetti. Tra un capitolo e l'altro, inoltre, leggiamo quello che l'autore definisce "intermezzo": sembra non abbia nulla a che fare con la storia di Aldo e gli altri, ma sul finale assistiamo, piacevolmente sorpresi, all'unione di tutti i pezzi di quello che è un semplice puzzle solo in apparenza.
L'epilogo è da applausi.
Sarei curiosa di sapere cosa succede dopo, ma l'autore non poteva concludere in modo migliore, per cui, l'unica soluzione sarebbe quella di scrivere un seguito!

Molte scelte interessanti (ad esempio, la vita da fantasma) così come è interessante la descrizione del processo di lavorazione del fumettista che parte dagli schizzi e modifica la storia man mano che nascono le idee; è verosimile la storia dell'infanzia di Aldo con i suoi sogni che si scontrano con la realtà adulta (mi ci sono ritrovata!), e curiosa anche l'interpretazione di Hitler, che per evitare anticipazioni sulla trama non vi svelo (chi ha letto l'ebook sa a cosa mi riferisco ;)).
Carina anche l'idea di raccogliere le varie citazioni in un capitolo extra, "Debiti di gioco": emerge la personalità nerd dell'autore e la sua umiltà.

Scorrevole e piacevole, forse un po' eccessivo per le numerose scene "hot", "Calico Blues" regala momenti di autentica sorpresa, e ci tiene per mano nei cupi sipari che si nascondono tra gli slanci d'ilarità, grazie alla capacità dell'autore di sdrammatizzare.
Epilogo indimenticabile.


Il voto di Universi Incantati:



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