giovedì 7 ottobre 2010

Recensione "Gothica - l'angelo della morte" di Francesco Falconi

Recensione "Gothica - l'angelo della morte" di Francesco Falconi (ediz. Verdenero)





Profondo e intelligente: si potrebbe scrivere un saggio.


Alla fiera del libro a Torino ho incontrato Falconi. Mi ha autografato la copia dicendomi: "Fammi sapere cosa ne pensi, è un po' diverso rispetto a Prodigium..." Ora posso replicare: "Sì, è ancora meglio".

Il mio "meglio" è dovuto al fatto che riguardando temi più adulti e reali (oltre che attuali) e nonostante sia certamente lontano dai problemi adolescenziali dei quattro prodigi, vi è vicinissimo come ambientazione; Gothica assomiglia a Synapsis (così come a Sanctuary), metropoli grigie e fumanti, avvelenate dalla corruzione e dalla perdizione.

Nel titolo della recensione dico che si potrebbe scrivere un saggio, quindi ora entrerò nel dettaglio menzionando i diversi punti chiave del romanzo.

La lotta interiore.
Il protagonista è Padre Faust, un prete dall'animo buono e sensibile, destinato però a trasformarsi nell'Angelo della morte indipendentemente dalla sua volontà (sembra che si verifichi quand'è allo stremo delle forze oppure particolarmente agitato o arrabbiato, stile "incredibile Hulk"). L'Angelo della morte ha tutte le caratteristiche di un demone: deforme, terrorizzante, forza bruta e animalesca, bramoso di sangue, e fa strage di vittime innocenti, così il Padre Faust da cosciente deve lottare contro i suoi turbamenti, l'attanagliante senso di colpa e lo smarrimento, dovuti al fatto che sia, per l'appunto, un uomo di Chiesa.

Religione e fede.
Il discorso della religione è parte integrante (se non essenziale) della lotta interiore di Padre Faust; egli commette altri peccati (oltre a quando muta nell'Angelo della morte) e si abbandona alla disperazione, lasciando vacillare la propria fede... ma è un tema che desidero affrontare a parte perché si parla anche della Chiesa invischiata nella politica, della sua ricchezza che si contrappone alla fame nel mondo, e pone altri importanti interrogativi: perché un prete non può amare una donna? Cosa c'è di sbagliato nell'unione carnale di due persone che si amano? Perché essere così categorici sull'uso dei contraccettivi e verso la pratica dell'aborto?

Scienza e genetica.
E qui nasce il dibattito. Le domande di cui sopra, infatti, sono tutti pensieri della scienziata (ma idealista) Helena Wolff.
Mettere a confronto un servo di Dio con una scienziata è davvero stimolante: fino a che punto può spingersi la scienza?
Qui la narrazione non è più letta, ma vissuta. Ci riguarda, e le loro discussioni sono anche le nostre, non solo tra noi membri di una società, ma, almeno nel mio caso, una lotta con se stessi, tra il capire cosa sia giusto e cosa sbagliato, combattuti tra le due fazioni e al tempo stesso sostenitori di entrambe. In più c'è un interrogativo a proposito dell'anima...

L'essere una creatura umana.
In Padre Faust, nonostante l'animalesco lato oscuro, sembra enfatizzarsi la natura umana con le sue fragilità, i dubbi e le incertezze; non è un eroe, ma lo si apprezza proprio per questo.
Dall'altra parte abbiamo un altro aspetto del carattere umano, rappresentato da Frederick Volk, il quale desidera manipolare le leggi della natura per sentirsi potente quanto... un Dio.

Ricordo.
Se Padre Faust vive questo dramma interiore è anche perché non ricorda nulla del proprio passato, o melgio, degli istanti in cui muta nell'Angelo della morte, e riguardo tutti gli eventi ad esso correlati. La cosa entusiasmante è che i ricordi raffiorano un po' alla volta e a ritroso, ossia dall'ultimo all'origine, fino al momento esatto in cui la sua vita ha subito la svolta definitiva.

Questi che ho elencato sono temi che mi stanno particolarmente a cuore, tanto che io stessa li ho trattati nel mio secondo romanzo (lotta interiore, religione, scienza e natura umana). Discorso a parte è il ricordo, un tema che m'intriga da sempre, specie se in forma di flashback o visioni, insomma, ho un debole per tutto ciò che è passato.

Ma Falconi aggiunge dell'altro.
Tra fantascienza e introspezioni ci mette dello storico: il nazismo.
S'incastra perfettamente e, ahimè, essendo fatti realmente accaduti, aggiunge del realismo in più e soprattutto, orrore e tensione. Ad un certo punto non sapevo più distinguere il vero dalla finzione e sono andata a documentarmi: mi ha spiazzato che quel Joseph Mengele fosse realmente esistito e avesse davvero compiuto quegli atroci esperimenti.

La narrazione del romanzo ha un ritmo piuttosto tranquillo, ma cresce gradualmente d'intensità: impossibile staccarsi, complici la curiosità e la tensione.

La storia mi ha ricordato un anime che ho visto di recente, ossia "Neon Genesis Evangelion"; entrambe le opere confrontano scienza e religione e soprattutto, lo scopo finale della Nerv di Evangelion è molto simile a quello della Mimesis Corporation di Gothica (basti una parola: perfezionamento. Non aggiungo altro!)

In conclusione, Gothica è un romanzo interessante capace di stimolare dibattiti esistenziali, ed è impossibile non fermarsi a riflettere.
Per scrivere questa storia ci vuole coraggio poiché trattando temi delicati è facile che qualcuno arrivi a storcere il naso.
Ci vuole anche l'abilità di scrivere in un modo che ponga il tutto nel verso giusto, consono alla delicatezza dei temi. Un'abilità che Falconi ha.

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